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La
Coscienza, l'Umiltà, l'Onore |
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A tutti è stata
data la coscienza,
ma ci sono persone che non la usano quasi mai, altri che
la usano poco, altri un po' di più.
Ci sono tra questi anche persone, uomini e donne, che
hanno chiesto di essere vestiti cavalieri e dame di
Christo, per questo hanno fatto promesse solenni davanti
al Santissimo Sacarmento. Alcuni di questi però non
avendo il cuore puro hanno ingannato sé stessi e gli
altri; altri erano confusi e trascinati come un tronco
nel fiume dalla corrente vanno dove li porta l'acqua;
altri erano motivati dalla buona volontà e cercavano
veramente, ma non hanno poi addestrato la loro coscienza
al bene, con la volontà di servire Dio, la Chiesa ed il
Prossimo in umiltà ed obbedienza. Questi uomini vivono
in uno stato di disonore che li rende vanagloriosi,
disonesti e vili. (*)
Altri però, pur se affaticati dall'inadeguatezza, dalla
malattia, dalla povertà e dal peccato, vogliono
ascoltare la loro coscienza, vogliono sentire il peso
del loro peccato, vogliono imparare ad amare, così
quando cadono sanno chiedere aiuto per rialzarsi.
Cercano l'onore e faticano per esser lieti e graditi a
Dio. Vogliono testimoniare la gioia dell'amore di Dio,
perciò bramano di imparare ad affidarsi, abbandonarsi ed
allearsi al Signore ad ai fratelli; sanno che quando
hanno fatto tutto quello che dovevano fare non hanno
fatto altro che servire come servi inutili e imperfetti,
per rendere gloria a Dio, alla Chiesa ed al Prossimo,
come hanno liberamente promesso di fare davanti al
Santissimo Sacramento dell'Altare. |
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fra Gianni - præceptor |
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San Bernardo
"De laude novæ militiæ"
IV – Come vivono i cavalieri di Cristo.
7. Ma ora, per dare un esempio e per confondere i nostri
cavalieri secolari, che certamente non militano per Dio
ma per il diavolo, trattiamo brevemente dei costumi e
della vita dei cavalieri di Cristo: come essi si
comportano in guerra e in pace, affinché appaia
chiaramente quanto differiscano tra loro la cavalleria
di Dio e la cavalleria del secolo.
Innanzitutto non manca la disciplina, né l’obbedienza
viene mai disprezzata: poiché, secondo la testimonianza
della Scrittura, Il figlio disobbediente perirà (Eccl.,
XXII,3) e Opporsi alla disciplina è peccato pari
all’esercizio della magia, e non voler obbedire è
peccato quasi come l’idolatria (I Reg., 15,23).
Ad un cenno del superiore si viene e si va, si veste di
ciò che egli donò: né si attende da altre fonti il
nutrimento e il vestito. Nel vitto e nell’atteggiamento
ci si astiene da ogni cosa superflua, si provvede alla
pura necessità. |
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(*)
Il vero
Cavaliere di
Cristo sa che
la superbia
della vita è
una delle tre
concupiscenze,
“è
l’ostentazione
di una
sicurezza
morale falsa e
menzognera, la
pretesa
vanagloriosa
di decidere da
sé ciò che è
bene e ciò che
è male
misurando
tutto l’ambito
morale con il
metro assoluto
della propria
coscienza,
tanto certa
quanto erronea
perché
svincolata
dalla legge
eterna
naturale
inscritta dal
Creatore in
ogni uomo”.
Per questo il
Signore - come
insegna San
Bernardo - ci
chiama a
seguirlo in
perfetta
unione
spirituale con
Lui e morale
con i
Fratelli.
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