Templari di San Bernardo
Congregazione laicale cattolico-cavalleresca di ispirazione templare
 
 
 
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Tutti i nodi vengono al pettine

476 dopo Cristo: finiva ufficialmente l’Impero Romano.

Da parecchio tempo ormai il grande colosso aveva perso la sua spinta che l’aveva portato a dominare il mondo. I popoli “barbari” bussavano alle porte, i confini crollavano, l’Impero si spezzava, venivano introdotti sempre più culti a nuove divinità, la vecchia unità imposta dal diritto e dalla guerra era ormai un sogno infranto. La crisi di Roma sembrava però non avere mai fine, tanto che gli stessi Romani si erano abituati a questa situazione di lento crollo. Forse c’era chi credeva che nulla di seriamente preoccupante sembrava dovesse mai accadere. La storia andò diversamente ed Alarico, re dei Visigoti, nel 410 la mise a ferro e fuoco.
Anche noi viviamo lungo i confini di un’epoca da fine Impero. C’è chi grida e getta benzina sul fuoco, chi invece vorrebbe il mondo come un melting pot, dove tutto si amalgama e si confonde. Chi s’appella all’identità da salvaguardare, e chi invece farebbe di tutto pur di non costruire nessun paletto.
I fatti però accadono e ci sono maestri, per chi vuol aprire gli occhi. Il cittadino libico, che nei giorni scorsi ha fatto scoppiare un ordigno all’ingresso di una caserma dell’esercito a Milano, poteva essere un uomo che agiva da solo, spinto da una situazione di disagio personale e familiare. Oppure un kamikaze, e quindi la punta di un iceberg di cui non conosciamo le proporzioni. La comunità islamica di viale Jenner, da lui frequentata a Milano, ha ufficialmente preso le distanze. Ma che cosa c’è realmente dietro tutto questo? Un mistero. Se si hanno idee estremiste, si possono facilmente fabbricare in casa esplosivi; basta acquistare del concime con nitrato di ammonio in un negozio e, seguendo le istruzioni che si trovano su Internet, procedere alla fabbricazione.
Ma non è tutto. Crescono tra i giovani nei Paesi europei, e anche in Italia, fenomeni di disagio: violenza, baby-gang, consumo di sostanze stupefacenti, aborti... La causa? Fra tutte, la crisi della famiglia. Famiglie dalle relazioni frantumate, dai doppi genitori... Lo ha detto bene il Papa: i nuovi orfani oggi non sono coloro che non hanno genitori, ma coloro che ne hanno troppi.
In entrambi i casi, attentatore libico e famiglie in crisi, situazioni tra loro molto distanti, che cosa può accadere? Si analizzeranno i problemi, si faranno dibattiti, ma tutto resterà come prima. Non si cerca la cura, la medicina, una via d’uscita. E chi pone la questione, passa per moralista.
Basta vedere qual è stata la risposta del nostro sistema sociale e statale al problema del recente montepremi ipermilionario, per molti troppo alto, al Superenalotto. Che cosa si è fatto? Si è creato “Win for life” - esisteva già in qualche cassetto - un nuovo gioco che permette di fare puntate ogni ora e di ricevere come premio un vitalizio mensile di 4mila euro al mese. A chi non farebbe gola un premio del genere? Se un tempo si giocava al Totocalcio e al Totip una volta alla settimana, si è passati a giocare tre volte la settimana, e adesso ad ogni ora. Il risultato? Si gioca più di prima, e chi era “dipendente” dal gioco lo sarà ancora di più.
E mentre noi giochiamo allegramente e perdiamo tempo a discutere e a inseguire i giochi dei politici, magari ci accadrà proprio come ai Romani. Ci serve la “visione”, il sapere dove andare. I Romani avevano smarrito proprio questo.

Davide Maloberti - www.ilnuovogiornale.it/ - settimanale della Diocesi di Piacenza-Bobbio

 Scudetto della Congregazione T.S.B.

 

   

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