150 ANNI FA LA PRIMA APPARIZIONE A BERNADETTE
In piena epoca
positivista, un evento che stabiliva un legame di
continuità fra sapere teologico e cultura popolare. E, con
la scelta di far controllare il miracolo dai medici, anche
fra mondo scientifico ed esperienza religiosa.
Molti
gli scrittori che ne furono affascinati, da Emile Zola a
Franz Werfel fino al nostro Mario Soldati
Lourdes
Un miracolo
tra fede e scienza
di Lucetta Scaraffia
Le apparizioni di
Lourdes compiono 150 anni, e sono ben portati:
Lourdes continua infatti a essere il santuario più
visitato del mondo cristiano, prolungando il successo che
gli è arriso negli ultimi decenni dell’Ottocento. Ed è
anche il santuario più replicato, non solo per la facilità
con cui si può allestire una grotta, magari finta, e
inserirvi la statuetta della Madonna bianca e celeste. I
motivi di questo fenomeno sono molteplici e, come si può
vedere, di lunga durata.
Le diciotto apparizioni della Vergine a una ragazzina
povera del paese, Bernadette Soubirous, a partire dall’11
febbraio 1858, si svolgono in coerenza con una tradizione
locale di antico culto alla Madonna, e di attenzione verso
il soprannaturale, ma suscitano diffidenze nel clero,
timoroso di essere accusato di superstizione, e ostilità e
disprezzo negli ambienti laici anticlericali. Lourdes si
pone subito, quindi, come un’apparizione dalle radici
antiche, ma iscritta nei conflitti del presente: alla
lotta fra credenti e anticlericali, che attraversa tutto
l’Ottocento francese, e alle espropriazioni dei beni
religiosi con le leggi del 1905, si somma, negli ultimi
decenni del secolo XIX, lo scontro tra fede e scienza, fra
miracolo e sapere medico. Conflitti che, sia pure in forma
diversa, sono vivi ancora oggi.

La Vergine dichiara di essere l’Immacolata Concezione, e
con queste parole non solo conferma il dogma promulgato
quattro anni prima da Pio IX, ma stabilisce un legame di
continuità fra cultura popolare e sapere teologico. Del
resto, la vita successiva del santuario, dove accorrono i
sofferenti spinti da una fede semplice per chiedere il
miracolo, prevede anche - a partire dal 1883, quando viene
fondato il «Bureau Pdes constatations médicales» - un
appoggio scientifico, confermando così la doppia anima,
popolare e dotta, del santuario. Importante per la sua
fortuna è stato anche la scelta di vita di Bernadette:
dopo avere svolto i compiti che le aveva affidato Maria,
si ritira in un convento a cento chilometri di distanza,
dove morirà ancora giovane di tisi. Bernardette sostiene
sempre, senza ripensamenti, la stessa versione degli
incontri, e non cerca di ricavare nulla per sé, a
differenza di altri pastorelli veggenti nello stesso
periodo. Decisivo per l’aumento costante del numero dei
pellegrini fu poi il prolungamento della ferrovia, che
arriva a Lourdes già nel 1866 e rende il luogo facilmente
accessibile. Il luogo diventa così la speranza per i
malati che la medicina non guarisce, e attorno al loro
trasporto e alla loro assistenza si organizzano gruppi di
volontari, spesso formati anche da donne
dell’aristocrazia, che visitano il santuario per vivere un
incontro diretto con la Madre di Dio. Per tutta la seconda
metà dell’Ottocento Lourdes è stata al centro di violente
polemiche nella società francese: lo dimostra il fatto che
il romanzo che Zola ha scritto sul santuario, Lourdes,
uscito nel 1894, è stata la sua opera di maggiore
successo. Lo scrittore presenta la protagonista miracolata
come un’isterica, seguendo le indicazioni del celebre
medico Charcot, che spiegava il fenomeno delle guarigioni
miracolose con questa diagnosi. Dibattiti infuocati,
ricerca affannosa di spiegazioni scientifiche, che
arrivano a utilizzare lo spiritismo, da parte dei
positivisti tesi a smascherare la truffa, ma anche
conversioni improvvise. Come quella del medico Alexis
Carrel (poi insignito del premio Nobel per la medicina),
giunto a Lourdes per accompagnare una paziente, che si
arrende al miracolo e in seguito costretto a emigrare
negli Stati Uniti, per l’ostilità dei colleghi. Lourdes
rimane così a lungo al centro di polemiche e discussioni.
Ancora negli anni della seconda guerra mondiale uno
scrittore ebreo che trova rifugio presso il santuario,
Franz Werfel, si sentirà toccato dal luogo, tanto da
dedicargli il romanzo Le chant de Bernardette (1942), da
cui sarà tratto un film a Hollywood.
Ma Lourdes non è solo il luogo della contrapposizione fra
scienza e fede: lo dimostra la scelta di far controllare
il miracolo dai medici - e non solo dalle persone che
conoscono il malato e certificano della sua guarigione - e
dalle autorità religiose. Proprio nel momento storico in
cui scienza e religione si mostrano più antitetiche,
Lourdes stabilisce fra loro una relazione inconsueta,
creando una struttura che dà la certificazione scientifica
dei miracoli. È una resa di fronte alla modernità che
indigna profondamente Mario Soldati, arrivato a Lourdes
come giornalista: «Eppure, se io fossi veramente
religioso, se io avessi ancora la fede della mia
adolescenza, i discorsi di questi dottori mi
offenderebbero più di quanto mi offendono ora. Siamo di
fronte all’intervento di Dio, e quelli parlano di
linfocitosi, di albumina, di bacilli di Koch!» (Un viaggio
a Lourdes). Ma questo affrontare dispute scientifiche per
garantire una devozione miracolosa prepara la cultura
cattolica ad affrontare quelli che saranno i grandi
problemi bioetici del nuovo millennio. Ancora una volta,
Lourdes è venuta in aiuto alla fede.
da
Avvenire del 3 febbraio 2008
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