Sedici casi segnalati in Spagna
durante il 2012

Se la libertà religiosa rischia
in Occidente
MADRID,
9 febbraio.
La
libertà religiosa non è
minacciata soltanto in quei
Paesi asiatici e africani
soggetti a regimi dittatoriali o
fondamentalisti. Come è noto,
anche nelle moderne democrazie
occidentali, in forme più o meno
velate, l’esercizio di questo
diritto umano fondamentale è
talvolta seriamente posto a
repentaglio.
Accade
perciò anche in Spagna, dove
nelle stesse ore in cui un
ordigno rudimentale, ma
funzionante, è stato scoperto e
disinnescato nella cattedrale
dell’Almudena di Madrid,
l’Osservatorio per la libertà
religiosa e di coscienza ha
lanciato l’allarme, rendendo
noto come, nel corso del 2012,
siano stati compiuti nel Paese
iberico sedici attacchi nei
confronti di simboli religiosi,
non solo cattolici, ma anche
evangelici e islamici. «Si
evidenzia così — sostiene il
comunicato dell’Osservatorio —
la necessità che la nostra
società stabilisca alcuni
principi morali e legali per la
difesa di questo diritto
fondamentale, che è di tutti,
credenti e non credenti, che è
presente nella nostra
Costituzione all’articolo 16».
Il
primo di questi attacchi
rilevati dall’Osservatorio
riguarda gli studenti cattolici
dell’Università Complutense di
Madrid, dove, il 22 febbraio
scorso, il professore decano
della facoltà di storia ha
cercato di relegare la cappella
della facoltà in un locale
angusto, di non più di cinque
metri quadri, nel tentativo di
“mettere in un angolo” quegli
studenti che intendevono
esercitare anche nell’ateneo il
loro diritto alla libertà
religiosa. Alla fine del 2012 —
viene ulteriormente rilevato —
tale disposizione è stata poi
estesa a tutte le cappelle
dell’università, con l’intento
dichiarato di procedere alla
loro chiusura.
Un
altro capitolo riguarda il
tentativo di abolire la presenza
dei crocifissi nei luoghi
pubblici. L’O sservatorio
segnala quanto accaduto il 24
febbraio a Saragozza, dove i
rappresentanti del partito
Chunta Aragonesista hanno
chiesto il ritiro del simbolo
cristiano dall’aula del
consiglio municipale. Richiesta,
peraltro, bocciata dal sindaco,
esponente socialista, e dai
consiglieri del Partito
Popolare. Sull’identica linea,
nel mese di marzo, anche la
richiesta sostenuta, a Cáceres,
dal partito Izquierda Unida. La
stessa formazione politica si è
resa protagonista anche della
richiesta di abolire la
religione cattolica dal novero
delle materie per la formazione
degli insegnanti universitari.
L’Osservatorio segnala poi il
caso del vescovo di Alcalá de
Henares,
Juan
Antonio Reig Plá, citato in
giudizio ed esposto alla gogna
mediatica per aver condannato
durante i riti della scorsa
Settimana santa certe tendenze
sociali, tra cui la pratica
dell’omosessualità. Il presule è
stato poi assolto dal tribunale,
che non ha trovato nelle sue
parole «dichiarazioni
omofobiche», ma non ha ricevuto
le pubbliche scuse di quanti
l’avevano denunciato.
Tra i
casi che si riferiscono a fedeli
musulmani, l’Osservatorio
segnala quello riguardante una
donna spagnola d’origine
marocchina, che si è vista
respingere in primo grado dal
tribunale di Madrid il ricorso
avanzato contro la decisione di
un istituto di Pozuelo de
Alarcón (Madrid) che le proibiva
di assistere alle lezioni con
indosso il tradizionale hijab.
Un altro caso simile è avvenuto
in un istituto di Burgos, dove
una dodicenne è stata sanzionata
per avere indossato in classe il
velo islamico.
L'Osservatore Romano 10.02.2013 |