Il Santo Padre contro il
Demonio
'Bisognerà provvedere...'
di Sua Eccellenza Reverendissima
Monsignor Andrea Gemma*
CITTA’ DEL
VATICANO - “Bisognerà provvedere…”. Grazie, Padre
Santo, grazie dal profondo del cuore. Da diversi giorni queste
due parole pronunciate quasi in un sussurro al mio orecchio
attento, mentre ero dinanzi a Vostra Santità, mi cantano in
cuore, come una promessa, come una speranza, come una grazia
segnalata, oltre a quella di essere stato ammesso alla vostra
presenza e a ricevere la vostra benedizione. Le cose belle
difficilmente possono trattenersi all’interno del cuore
traboccante di gioia. È per questo che stendo la presente
nota, perché anche i lettori si uniscano a me per rendere
grazie a Dio e al Papa Benedetto XVI, che ho avuto la gioia e
l’onore di incontrare nuovamente. Stavolta, tuttavia, secondo
un proposito che custodivo in cuore da diverso tempo, nei
brevi momenti in cui il Papa si degna di prestarsi all’ascolto
dei Vescovi presenti all’Udienza Generale, ho potuto
esternargli con semplicità e calore una mia pressante
richiesta, che so essere non soltanto mia. Il Papa mi ha
ascoltato con l’amabilità propria del grande. “Pur essendo
vescovo emerito - il Papa conosce bene Isernia, la Diocesi
che ho guidato per lunghi anni - io continuo - gli ho
detto - ad esercitare il ministero di esorcista, di cui,
purtroppo, noto ogni giorno di più la grande richiesta troppo
spesso insoddisfatta… ”. “Ne abbiamo parlato proprio in
questi giorni…”, mi ha interrotto il Papa benevolmente. “Gli
esorcisti - ho continuato - chiedono di essere compresi
ed aiutati. I Vescovi debbono provvedere ad aumentare in ogni
Chiesa locale il loro numero… Glielo chiedo in ginocchio -
ho concluso - a nome dei fratelli assenti, sui quali chiedo
la Vostra benedizione”. “Sì - ha detto
amorevolmente Benedetto XVI -, bisognerà provvedere…!”
(testuali parole!). Grazie, Padre Santo! Riconosco di aver
osato troppo, ma sapevo di essere sostenuto dalla preghiera di
tanti, davvero tanti, i quali conoscevano la mia intenzione e
la richiesta che avrei formulato espressamente al Pastore
universale. La richiesta è quella espressa dalle parole qui
sopra riportate. È giustificata abbondantemente dalle visite
dei tanti fratelli e di intere famiglie, anche di molto
lontano, che vengono a chiedere la mia disponibilità
all’esercizio del ministero esorcistico. A quelli che vengono
di lontano la prima cosa che io dico loro è quella di
rivolgersi, come è naturale, al vVescovo e ai sacerdoti del
proprio territorio. Spessissimo la loro risposta è
desolatamente la stessa: “Dalle nostre parti non c’è chi
sia deputato a questo ministero… Coloro a cui ci rivolgiamo
- aggiungono tristemente - ci inviano direttamente
dallo psichiatra…”. Che dire? Che pensare? Che il demonio
continua ad ottenere questa insperata vittoria, come ho ben
documentato nelle pagine del mio libro ‘Io, Vescovo
esorcista’. Quando gli esorcisti ci sono - in qualche
Diocesi hanno esautorato anche quelli che c’erano -, essi sono
pochi e spesso in età avanzata o cagionevoli di salute e
quindi sono eccessivamente oberati di lavoro. E’ logico che
questi poveri cirenei chiedano rinforzi, chiedano aiuto… E chi
può venire loro incontro se non la legittima autorità
ecclesiastica preposta? Ma quando l’autorità ecclesiastica
locale, prima competente in materia, è inescusabilmente
inadempiente, a chi ci si dovrà rivolgere se non al Supremo
Pastore della Chiesa? Perciò, come preannunciato e promesso
qualche mese fa ai lettori di ‘Petrus’, avevo in cuore
di rivolgermi direttamente a Benedetto XVI, tanto più che,
come forse ho detto altra volta, è l’unico Papa recente che
abbia espresso pubblicamente apprezzamento per il ministero
degli esorcisti e ne abbia indicata la necessità specialmente
nel tempo attuale. Ora non ci resta che attendere
fiduciosamente qualche autorevole intervento di lui, perché
cessi lo spettacolo che solo chi conosce profondamente le
sofferenze dei fratelli disturbati dal Maligno può misurare
pienamente. Ripeto qui un’amarissima domanda che mi sale
frequentemente dal cuore: “Perché tanto disinteresse per una
categoria di fratelli che possono essere classificati ‘ultimi
fra gli ultimi’?”. E chi potrebbe misurare la responsabilità
colpevole di chi potendo intervenire non lo fa? Non vorrei
trovarmi al loro posto dinanzi al giudizio di Dio. Chi poi
continua a parlare di esorcismi sempre in negativo, senza
averne mai praticato uno, e nemmeno avendo mai assistito a uno
di essi, compie un’operazione moralmente disonesta e
pastoralmente demolitrice, di cui dovrà rendere conto a Dio,
certissimamente. L’ “accusatore” di sempre - assicuro - già
pregusta lo spettacolo, come mi ha più volte ripetuto
sfacciatamente durante i vari esorcismi. Sì, Padre Santo,
bisognerà provvedere. Sia presto…
*Vescovo di Santa Romana Chiesa
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