Templari di San Bernardo
Congregazione laicale cattolico-cavalleresca di ispirazione templare
 
 
 
  Difendere la vita
 

 

Seppellire i bambini non nati: una prova di umanità e di civiltà

 

di Giovanni Mariscotti

Il nuovo giornale - Settimanale della Diocesi di Piacenza-Bobbio
del 30 novembre 2012

Una prova di umanità e di civiltà

come ci si aspetta da un popolo che si dice

 giusto e ha radici cristiane

 

1 - Non tutti i bimbi concepiti riescono a portare a termine il loro viaggio, nascendo. Alcuni a causa del proprio destino: “nasce l’uomo a fatica ed è rischio di morte il nascimento”, annotava Leopardi. Altri per libera [chiamiamola così] determinazione della madre. Aborti terapeutici o volontari. Comunque vadano le cose, a alcune domande ineludibili del tipo «Dov’è ora il mio bambino?», «Come posso essere in comunione con lui e come posso ricordarlo?», «Cosa posso fare per gli altri bambini?», «Cosa posso fare per gli altri bambini?» occorre dare plausibili risposte. Per i credenti e per i non credenti. Domande antiche come l’uomo, d’eterna attualità “dal dì che nozze tribunali ed are/ diero alle umane belve essere pietose/ si se stesse a d’altrui …”. Riprende Foscolo.

A Piacenza qualcuno s’è messo in rete a tale scopo: anche ai non nati spetta la sepoltura e, con la sepoltura l’onore e la pietà. Anzitutto il Centro Manfredini con don Angelo Bertolotti [proprio in via Beati, sede del Centro, è installata la “Culla per la vita” di Piacenza; per quei bimbi che nati non sono accolti], poi i Templari di San Bernardo, l’Associazione Identità Europea Area Emilia [da pochi giorni rinata come Idea d’Europa], tutti raccolti attorno alla ADVM [Associazione Difendere la Vita con Maria] di don Maurizio Gagliardini. Venerdì scorso una breve processione ha accompagnato nel campo comune del quarto reparto del cimitero urbano il feto, morto dopo 20 settimane di gestazione, e lì inumato.

2 - A tutte le domande, relative al destino giuridico ed escatologico dei bambini morti prima di nascere e prima del battesimo, ha cercato di rispondere un convegno svoltosi a Roma lo scorso anno, presenti i cardinali Ennio Antonelli ed Elio Sgreggia cui i citati sodalizi piacentini hanno partecipato, così come al successivo, svoltosi quest’anno a Loreto. Fra le altre cose si è cercato di analizzare le conseguenze spirituali, psicologiche, fisiche e sociali della perdita perinatale del proprio bambino, per cause naturali o per interruzione volontaria della gravidanza. Una vale l’altra. È anche sulla base del confronto svoltosi in quelle occasioni che a Piacenza si è chiesto sia direttamente all’AUSL, sia all’allora candidato e ora sindaco Dosi un di potere provvedere al seppellimento dei resti dei bambini non nati, a cura e spese dell’associazione ADVM. Si resta in attesa di risposta.

3 –Infatti qualche problema ancora c’è; qualche ritardo o inadempienza, senz’altro una cattiva perpetuata o perpetrata mala informazione non hanno mai portato a debita conoscenza delle donne che fin dal 1975 un decreto del Presidente della Repubblica stabilisce “il seppellimento dei prodotti del concepimento abortivi di presunta età inferiore alle 20 settimane”, a richiesta dei genitori. E sopra le 20 settimane? Vanno comunque sepolti. A Piacenza dove, come e quando sono sepolti? E a Fiorenzuola? E a Castelsangiovanni?. Si tratta di una iniziativa di civiltà e di umanità, comunque collocata nel rispetto della scelta della donna che vuole abortire. Altrimenti questi feti, dove andrebbero a finire? Nei rifiuti speciali ospedalieri? Il sentimento di una donna che vuole abortire va in questa direzione? La scelta dell’aborto è di per sé difficile, animata da sentimenti ambivalenti e l’idea della sepoltura del feto può consolare. Quanto meno, quando non dissuadere. Se la donna chiede la sepoltura del feto abortito, dov’è il problema? Se d’un canto è chiaro che non può essere un’imposizione, d’altro canto -e anche alla mancanza di una esplicita richiesta- quale violenza può esservi nell’atto della sepoltura? Non si configura, certamente, in tal caso, una forma di violenza contro la donna la cui scelta è comunque rispettata.

4 – la semplice inumazione di venerdì scorso, il feto, i due giovani genitori affranti, la tomba n.81 del campo comune nel quarto reparto, sono lì ora a interrogarci come cittadini, come amministratori, come responsabili sanitari. Credenti o non che siamo, vogliamo dar corso e prova di una prova di umanità e di civiltà come la nostra città merita e si aspetta?

Giovanni Mariscotti – Idea d’Europa

 


Scudetto della Congregazione T.S.B.

 

 
   

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