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Siria: fermatevi
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La guerra
non è la
soluzione |
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Papa
Francesco
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1
settembre
2012 |
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“Quest’oggi,
cari
fratelli e
sorelle,
vorrei
farmi
interprete
del grido
che sale
da ogni
parte
della
terra, da
ogni
popolo,
dal cuore
di ognuno,
dall’unica
grande
famiglia
che è
l’umanità,
con
angoscia
crescente:
è il grido
della
pace!
E’ il
grido che
dice con
forza:
vogliamo
un mondo
di pace,
vogliamo
essere
uomini e
donne di
pace,
vogliamo
che in
questa
nostra
società,
dilaniata
da
divisioni
e da
conflitti,
scoppi la
pace; mai
più la
guerra!
Mai più la
guerra! La
pace è un
dono
troppo
prezioso,
che deve
essere
promosso e
tutelato.
Vivo con
particolare
sofferenza
e
preoccupazione
le tante
situazioni
di
conflitto
che ci
sono in
questa
nostra
terra, ma,
in questi
giorni, il
mio cuore
è
profondamente
ferito da
quello che
sta
accadendo
in Siria e
angosciato
per i
drammatici
sviluppi
che si
prospettano.
Rivolgo
un forte
Appello
per la
pace,
un Appello
che nasce
dall’intimo
di me
stesso!
Quanta
sofferenza,
quanta
devastazione,
quanto
dolore ha
portato e
porta
l’uso
delle armi
in quel
martoriato
Paese,
specialmente
tra la
popolazione
civile e
inerme!
Pensiamo:
quanti
bambini
non
potranno
vedere la
luce del
futuro!
Con
particolare
fermezza
condanno
l’uso
delle armi
chimiche!
Vi dico
che ho
ancora
fisse
nella
mente e
nel cuore
le
terribili
immagini
dei giorni
scorsi!
C’è un
giudizio
di Dio e
anche un
giudizio
della
storia
sulle
nostre
azioni a
cui non si
può
sfuggire!
Non è mai
l’uso
della
violenza
che porta
alla pace.
Guerra
chiama
guerra,
violenza
chiama
violenza!
Con
tutta la
mia forza,
chiedo
alle parti
in
conflitto
di
ascoltare
la voce
della
propria
coscienza,
di non
chiudersi
nei propri
interessi,
ma di
guardare
all’altro
come ad un
fratello e
di
intraprendere
con
coraggio e
con
decisione
la via
dell’incontro
e del
negoziato,
superando
la cieca
contrapposizione.
Con
altrettanta
forza
esorto
anche la
Comunità
Internazionale
a fare
ogni
sforzo per
promuovere,
senza
ulteriore
indugio,
iniziative
chiare per
la pace in
quella
Nazione,
basate sul
dialogo e
sul
negoziato,
per il
bene
dell’intera
popolazione
siriana.
Non sia
risparmiato
alcuno
sforzo per
garantire
assistenza
umanitaria
a chi è
colpito da
questo
terribile
conflitto,
in
particolare
agli
sfollati
nel Paese
e ai
numerosi
profughi
nei Paesi
vicini.
Agli
operatori
umanitari,
impegnati
ad
alleviare
le
sofferenze
della
popolazione,
sia
assicurata
la
possibilità
di
prestare
il
necessario
aiuto.
Che
cosa
possiamo
fare noi
per la
pace nel
mondo?
Come
diceva
Papa
Giovanni:
a tutti
spetta il
compito di
ricomporre
i rapporti
di
convivenza
nella
giustizia
e
nell’amore
(cfr Lett.
enc. Pacem
in terris
[11 aprile
1963]: AAS
55 [1963],
301-302).
Una
catena di
impegno
per la
pace
unisca
tutti gli
uomini e
le donne
di buona
volontà!
E’ un
forte e
pressante
invito che
rivolgo
all’intera
Chiesa
Cattolica,
ma che
estendo a
tutti i
cristiani
di altre
Confessioni,
agli
uomini e
donne di
ogni
Religione
e anche a
quei
fratelli e
sorelle
che non
credono:
la pace è
un bene
che supera
ogni
barriera,
perché è
un bene di
tutta
l’umanità.
Ripeto
a voce
alta:
non è la
cultura
dello
scontro,
la cultura
del
conflitto
quella che
costruisce
la
convivenza
nei popoli
e tra i
popoli, ma
questa: la
cultura
dell’incontro,
la cultura
del
dialogo;
questa è
l’unica
strada per
la pace.
Il grido
della pace
si levi
alto
perché
giunga al
cuore di
tutti e
tutti
depongano
le armi e
si lascino
guidare
dall’anelito
di pace.
Per
questo,
fratelli e
sorelle,
ho deciso
di indire
per tutta
la Chiesa,
il 7
settembre
prossimo,
vigilia
della
ricorrenza
della
Natività
di Maria,
Regina
della
Pace, una
giornata
di digiuno
e di
preghiera
per la
pace in
Siria, in
Medio
Oriente, e
nel mondo
intero, e
anche
invito ad
unirsi a
questa
iniziativa,
nel modo
che
riterranno
più
opportuno,
i fratelli
cristiani
non
cattolici,
gli
appartenenti
alle altre
Religioni
e gli
uomini di
buona
volontà.
Il 7
settembre
in Piazza
San Pietro
– qui –
dalle ore
19.00 alle
ore 24.00,
ci
riuniremo
in
preghiera
e in
spirito di
penitenza
per
invocare
da Dio
questo
grande
dono per
l’amata
Nazione
siriana e
per tutte
le
situazioni
di
conflitto
e di
violenza
nel mondo.
L’umanità
ha bisogno
di vedere
gesti di
pace e di
sentire
parole di
speranza e
di pace!
Chiedo a
tutte le
Chiese
particolari
che, oltre
a vivere
questo
giorno di
digiuno,
organizzino
qualche
atto
liturgico
secondo
questa
intenzione.
A Maria
chiediamo
di
aiutarci a
rispondere
alla
violenza,
al
conflitto
e alla
guerra,
con la
forza del
dialogo,
della
riconciliazione
e
dell’amore.
Lei è
madre: che
Lei ci
aiuti a
trovare la
pace;
tutti noi
siamo i
suoi
figli!
Aiutaci,
Maria, a
superare
questo
difficile
momento e
ad
impegnarci
a
costruire
ogni
giorno e
in ogni
ambiente
un’autentica
cultura
dell’incontro
e della
pace.
Maria,
Regina
della
pace,
prega per
noi!” |
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