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                                                                      Era per 
                                                                      Balducci 
                                                                      di 
                                                                      "fondamentale 
                                                                      importanza 
                                                                      il momento 
                                                                      della 
                                                                      teologia 
                                                                      della 
                                                                      Croce, 
                                                                      intesa non 
                                                                      come 
                                                                      legittimazione 
                                                                      ed 
                                                                      esaltazione 
                                                                      della 
                                                                      mortificazione 
                                                                      e della 
                                                                      sofferenza, 
                                                                      ma come 
                                                                      negazione 
                                                                      delle 
                                                                      potenze di 
                                                                      questo 
                                                                      mondo, 
                                                                      quindi 
                                                                      come 
                                                                      principio 
                                                                      contestativo 
                                                                      delle 
                                                                      potenze di 
                                                                      questo 
                                                                      mondo". 
                                                                      
                                                                      
                                                                      Egli qui 
                                                                      prende le 
                                                                      distanze 
                                                                      da quella 
                                                                      tradizione 
                                                                      ascetico-religiosa 
                                                                      che ha 
                                                                      sempre 
                                                                      fatto 
                                                                      della 
                                                                      Croce il 
                                                                      simbolo 
                                                                      della 
                                                                      rinunzia 
                                                                      al 
                                                                      cambiamento 
                                                                      del mondo 
                                                                      e della 
                                                                      mortificazione 
                                                                      stessa 
                                                                      dell'esistenza 
                                                                      terrena, 
                                                                      ridotta a 
                                                                      una mera 
                                                                      valle di 
                                                                      lacrime 
                                                                      irredimibile. 
                                                                      Il 
                                                                      discorso 
                                                                      della fede 
                                                                      non è 
                                                                      puramente 
                                                                      consolatorio, 
                                                                      la fede è 
                                                                      anche 
                                                                      consolazione, 
                                                                      ma non è 
                                                                      rassegnazione, 
                                                                      non lascia 
                                                                      il mondo 
                                                                      così forma 
                                                                      pericolosa 
                                                                      di 
                                                                      alienazione 
                                                                      quando 
                                                                      dissuade e 
                                                                      allontana 
                                                                      dall'impegno 
                                                                      di 
                                                                      cambiare 
                                                                      il mondo, 
                                                                      quando la 
                                                                      profezia 
                                                                      viene 
                                                                      assunta in 
                                                                      modo 
                                                                      consolatorio 
                                                                      e senza 
                                                                      vera 
                                                                      responsabilità 
                                                                      individuale. 
                                                                      
                                                                      
                                                                      La 
                                                                      "religione 
                                                                      alienante" 
                                                                      crede in 
                                                                      modo 
                                                                      consolatorio 
                                                                      all'avvento 
                                                                      finale del 
                                                                      Regno di 
                                                                      Dio, 
                                                                      accettando 
                                                                      acriticamente 
                                                                      le regole 
                                                                      del mondo 
                                                                      dato, ma 
                                                                      il Vangelo 
                                                                      parla 
                                                                      costantemente 
                                                                      contro di 
                                                                      essa. La 
                                                                      visione 
                                                                      provvidenzialistica 
                                                                      della 
                                                                      religione, 
                                                                      la 
                                                                      credenza 
                                                                      nel 
                                                                      Dio-Provvidenza, 
                                                                      confidando 
                                                                      in una 
                                                                      guida 
                                                                      divina che 
                                                                      volgerebbe 
                                                                      tutte le 
                                                                      cose al 
                                                                      meglio, 
                                                                      annullano 
                                                                      ogni reale 
                                                                      responsabilità 
                                                                      storica 
                                                                      umana e 
                                                                      senso 
                                                                      dell'autonomia 
                                                                      dell'azione 
                                                                      umana nel 
                                                                      mondo, 
                                                                      finiscono 
                                                                      col 
                                                                      legittimare 
                                                                      il "troppo 
                                                                      umano", il 
                                                                      potere e 
                                                                      l'ideologia 
                                                                      dominante, 
                                                                      non 
                                                                      riconoscono 
                                                                      l'imprescrutabilità 
                                                                      delle vie 
                                                                      divine, 
                                                                      1'alterità 
                                                                      irriducibile 
                                                                      di Dio 
                                                                      rispetto 
                                                                      alle 
                                                                      misure 
                                                                      umane, il 
                                                                      suo abisso 
                                                                      e 
                                                                      vertiginoso 
                                                                      enigma, la 
                                                                      sua 
                                                                      gratuita 
                                                                      rivelazione. 
                                                                      Gesù ha 
                                                                      portato la 
                                                                      propria 
                                                                      croce non 
                                                                      con 
                                                                      rassegnazione, 
                                                                      ma come 
                                                                      segno e 
                                                                      mezzo di 
                                                                      una 
                                                                      dedizione 
                                                                      totale per 
                                                                      la 
                                                                      salvezza 
                                                                      di tutte 
                                                                      le 
                                                                      creature. 
                                                                      
                                                                      
                                                                      Prendere 
                                                                      la Croce 
                                                                      vuol dire 
                                                                      scegliere 
                                                                      un 
                                                                      progetto 
                                                                      di vita 
                                                                      che ci 
                                                                      mette 
                                                                      contro 
                                                                      Erode, 
                                                                      contro 
                                                                      Caifa e 
                                                                      contro 
                                                                      Pilato, 
                                                                      dalla 
                                                                      parte dei 
                                                                      'poveri di 
                                                                      Dio', di 
                                                                      coloro che 
                                                                      non hanno, 
                                                                      per farsi 
                                                                      strada in 
                                                                      questo 
                                                                      mondo, né 
                                                                      la 
                                                                      ricchezza, 
                                                                      né la 
                                                                      cultura, 
                                                                      né il 
                                                                      potere. La 
                                                                      Croce non 
                                                                      è il 
                                                                      simbolo 
                                                                      della 
                                                                      coscienza 
                                                                      infelice, 
                                                                      è il 
                                                                      simbolo di 
                                                                      un 
                                                                      progetto 
                                                                      di 
                                                                      esistenza. 
                                                                      La fede, 
                                                                      che sembra 
                                                                      sempre 
                                                                      essere 
                                                                      smentita 
                                                                      dai fatti, 
                                                                      va spesa 
                                                                      innanzitutto 
                                                                      nel 
                                                                      confronto 
                                                                      storico-culturale 
                                                                      con le 
                                                                      potenze di 
                                                                      questo 
                                                                      mondo e 
                                                                      Gesù è la 
                                                                      manifestazione 
                                                                      della 
                                                                      potenza di 
                                                                      Dio contro 
                                                                      la potenza 
                                                                      di questo 
                                                                      mondo. 
                                                                      
                                                                      
                                                                      Da questo 
                                                                      punto di 
                                                                      vista i 
                                                                      veri 
                                                                      nemici 
                                                                      della 
                                                                      Croce non 
                                                                      sono i 
                                                                      cosiddetti 
                                                                      infedeli e 
                                                                      gli 
                                                                      avversari 
                                                                      del 
                                                                      cristianesimo,
                                                                      
                                                                      
                                                                      ma sono 
                                                                      quei 
                                                                      cristiani 
                                                                      stessi che 
                                                                      nella loro 
                                                                      pratica di 
                                                                      vita si 
                                                                      discostano 
                                                                      di fatto 
                                                                      dalla 
                                                                      logica 
                                                                      della 
                                                                      croce. Il 
                                                                      Dio di 
                                                                      Gesù non 
                                                                      equivale a 
                                                                      un Dio 
                                                                      metafisico 
                                                                      necessario 
                                                                      cui 
                                                                      corrisponde 
                                                                      la 
                                                                      presunta 
                                                                      necessità 
                                                                      di 
                                                                      un'istituzione 
                                                                      ecclesiastica 
                                                                      perfettamente 
                                                                      inserita 
                                                                      nei 
                                                                      meccanismi 
                                                                      dell'ordine 
                                                                      giuridico 
                                                                      politico, 
                                                                      non si 
                                                                      rivela 
                                                                      nella 
                                                                      teologia 
                                                                      razionalistica, 
                                                                      nelle 
                                                                      "cinque 
                                                                      vie" di 
                                                                      Tommaso 
                                                                      d'Aquino, 
                                                                      ma nella 
                                                                      Croce di 
                                                                      Gesù, che 
                                                                      da noi 
                                                                      esige non 
                                                                      tanto uno 
                                                                      sforzo 
                                                                      teoretico, 
                                                                      una 
                                                                      pratica 
                                                                      conoscitiva, 
                                                                      ma una 
                                                                      partecipazione 
                                                                      intensa e 
                                                                      vitale 
                                                                      all'immenso 
                                                                      amore e 
                                                                      dolore del 
                                                                      mondo. Dio 
                                                                      quel Dio 
                                                                      che, come 
                                                                      dice il 
                                                                      prologo di 
                                                                      Giovanni, 
                                                                      "nessuno 
                                                                      ha mai 
                                                                      visto" (Gv 
                                                                      1,18) è 
                                                                      mistero 
                                                                      insondabile, 
                                                                      ma noi lo 
                                                                      abbiamo 
                                                                      strumentalizzato 
                                                                      e 
                                                                      banalizzato 
                                                                      in tutti i 
                                                                      modi 
                                                                      possibili, 
                                                                      con la 
                                                                      nostra 
                                                                      presunzione 
                                                                      razionalistica 
                                                                      e 
                                                                      calcolatrice. 
                                                                      I veri 
                                                                      "preamboli 
                                                                      della 
                                                                      fede" non 
                                                                      sono però 
                                                                      di tipo 
                                                                      intellettuale, 
                                                                      la vera 
                                                                      via 
                                                                      evangelica 
                                                                      è quella 
                                                                      della 
                                                                      "partecipazione 
                                                                      alla 
                                                                      tribolazione 
                                                                      degli 
                                                                      umili". 
                                                                      
                                                                      
                                                                      La 
                                                                      presunzione 
                                                                      dello 
                                                                      scientismo 
                                                                      e del 
                                                                      razionalismo 
                                                                      di tutti i 
                                                                      tipi di 
                                                                      razionalismo, 
                                                                      anche di 
                                                                      quello 
                                                                      teologico 
                                                                      appare a 
                                                                      Balducci 
                                                                      pure come 
                                                                      una 
                                                                      violazione 
                                                                      della 
                                                                      dignità 
                                                                      umana, 
                                                                      perché 
                                                                      essi, 
                                                                      risolvendo 
                                                                      il reale 
                                                                      nell'intellegibile, 
                                                                      consegnano 
                                                                      di fatto 
                                                                      all'insensatezza 
                                                                      e 
                                                                      all'irrazionalità 
                                                                      tutto ciò 
                                                                      che sfugge 
                                                                      alla presa 
                                                                      della loro 
                                                                      ratio 
                                                                      calcolante 
                                                                      strumentale 
                                                                      e che si 
                                                                      riferisce 
                                                                      alla 
                                                                      nostra 
                                                                      "umiltà 
                                                                      creaturale", 
                                                                      al "senso 
                                                                      della 
                                                                      precarietà 
                                                                      e 
                                                                      dell'esposizione 
                                                                      al mistero 
                                                                      che ci 
                                                                      contrassegna 
                                                                      nel nostro 
                                                                      profondo". 
                                                                      È più che 
                                                                      mai 
                                                                      salutare 
                                                                      un 
                                                                      atteggiamento 
                                                                      
                                                                      
                                                                      spirituale 
                                                                      che 
                                                                      abbandoni 
                                                                      ogni vano 
                                                                      orgoglio 
                                                                      intellettualistico. 
                                                                      Non 
                                                                      bisogna 
                                                                      confondere 
                                                                      la 
                                                                      sapienza 
                                                                      con la 
                                                                      cultura: 
                                                                      "Viviamo 
                                                                      con la 
                                                                      presunzione 
                                                                      interiore 
                                                                      di sapere. 
                                                                      Quest'orgoglio 
                                                                      uccide 
                                                                      direttamente 
                                                                      quell'umiltà, 
                                                                      quella 
                                                                      povertà di 
                                                                      spirito 
                                                                      che è 
                                                                      invocazione, 
                                                                      è 
                                                                      mendicità 
                                                                      costante 
                                                                      dinanzi al 
                                                                      mistero 
                                                                      che ci 
                                                                      circonda. 
                                                                      Domina nel 
                                                                      nostro 
                                                                      tempo, 
                                                                      riflesso 
                                                                      di certo 
                                                                      tipo di 
                                                                      civiltà 
                                                                      prometeica, 
                                                                      un 
                                                                      orgoglio 
                                                                      che lascia 
                                                                      sgomento 
                                                                      l'occhio 
                                                                      del 
                                                                      sapiente. 
                                                                      È la 
                                                                      presunzione 
                                                                      di 
                                                                      spiegare 
                                                                      tutto, ed 
                                                                      è anche 
                                                                      l'indifferenza 
                                                                      di fronte 
                                                                      agli 
                                                                      interrogativi 
                                                                      essenziali". 
                                                                      La 
                                                                      sapienza, 
                                                                      per 
                                                                      Balducci, 
                                                                      non è un 
                                                                      mero 
                                                                      accumulo 
                                                                      quantitativo 
                                                                      di 
                                                                      nozioni, 
                                                                      ma è un 
                                                                      conoscere 
                                                                      che è 
                                                                      anche 
                                                                      amore. 
                                                                      Conoscere 
                                                                      Gesù, il 
                                                                      vero Dio 
                                                                      non esige 
                                                                      una 
                                                                      conoscenza 
                                                                      di tipo 
                                                                      filosofico 
                                                                      / 
                                                                      scientifico, 
                                                                      ma 
                                                                      equivale a 
                                                                      conoscere 
                                                                      l'uomo ed 
                                                                      è una 
                                                                      conoscenza 
                                                                      che 
                                                                      s'identifica 
                                                                      con 
                                                                      l'amore, 
                                                                      in 
                                                                      particolare 
                                                                      con 
                                                                      l'amore 
                                                                      per i più 
                                                                      diversi e 
                                                                      lontani da 
                                                                      noi. 
                                                                      Occorre 
                                                                      un"'altra 
                                                                      sapienza" 
                                                                      rispetto 
                                                                      alla 
                                                                      sapienza 
                                                                      arida e 
                                                                      fredda dei 
                                                                      colti: la 
                                                                      "sapienza 
                                                                      della 
                                                                      Croce". 
                                                                      
                                                                      
                                                                      Più che 
                                                                      portatori 
                                                                      di una 
                                                                      spiegazione 
                                                                      del mondo, 
                                                                      i credenti 
                                                                      devono 
                                                                      essere 
                                                                      portatori 
                                                                      della fede 
                                                                      che 
                                                                      combatte e 
                                                                      supera le 
                                                                      ingiustizie 
                                                                      del mondo. 
                                                                      Posta 
                                                                      l'indissolubile 
                                                                      congiunzione 
                                                                      tra amore 
                                                                      e sapere, 
                                                                      tra i due 
                                                                      aspetti il 
                                                                      primato 
                                                                      spetta 
                                                                      all'amore: 
                                                                      "È più 
                                                                      importante 
                                                                      l'amore 
                                                                      che non il 
                                                                      sapere, 
                                                                      c'è più 
                                                                      conoscenza 
                                                                      nell'amore 
                                                                      anche se è 
                                                                      semplice, 
                                                                      ingenuo, 
                                                                      che nel 
                                                                      sapere". 
                                                                       |